Nessuna cultura può vivere se
cerca di essere esclusiva
(Mahatma Gandhi)


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Presepi nello scrigno
di Sandra Coluccia

 

Anche quest'anno, nel mese di novembre, la nostra associazione ripropone un'iniziativa che tanto successo ha riscosso negli anni passati i "Presepi nello scrigno di Sandra Coluccia", un'artista che continua ad emozionarci con opere che trasmettono messaggi di amore e fratellanza.

Presepi come opere d’arte, capolavori in miniatura racchiusi all’interno di sorprendenti scrigni che, dischiudendosi, diventano paesaggi e luoghi di un immaginario correlato sì alla Natività di Cristo, ma anche all’attualità di questo nostro mondo in perenne conflitto e sofferenza. Così Sandra Coluccia fa nascere il Bambin Gesù nel desolato sobborgo di una metropoli post-industriale, né più né meno di come Albrecht Dürer ambientava il Natale tra fatiscenti ruderi di vecchie case diroccate.

Perché, con fede, Sandra Coluccia è convinta che Cristo rinasce ogni volta che una madre, povera, dà alla luce un figlio in un ambiente inospitale e la Sacra Famiglia è una delle tante famiglie oggi in fuga da guerre e da persecuzioni, alla ricerca di un raccolto luogo di pace e benessere dove far crescere il loro bimbo. La Coluccia crea i suoi presepi con statuette in miniatura accostandole a svariati objets trouvés, assemblati con straordinaria abilità e meticolosità, tanto che la scatola magicamente si chiude facendo combaciare al suo interno due paesaggi a prima vista incompatibili, ma di fatto perfettamente combacianti.

Tante minuscole luci elettriche (rive-liamo il segreto che sono dei LED usati nei fari delle più moderne autovetture) soffusamente rischiarano notti stellate e cieli blu cobalto sovrastanti colline, monti, pianure, deserti, ma anche città irte di case, grattacieli e fabbriche. Plastici evocativi di un mondo post-moderno, dove ci sono guerre, conflitti, violenze e a stento si trova un’oasi di tranquillità dove una donna, magari clandestina, è costretta a partorire. Già, perché dietro al- l’apparente delizia di questi presepi, c’è la volontà di esprimere i paradossi, le ingiustizie e i segreti amari e sottaciuti di un mondo del benessere che tra le sue pieghe nasconde momenti di amara sofferenza.

L’arte però allontana il pessimismo e la pratica quotidiana di costruire presepi in the box è per la Coluccia una panacea, una consolazione; così in questi minuscoli mondi aleggia un grande afflato poetico, religioso e laico al contempo.

 

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